“Nel bosco ci sono gli spiriti.
Temo quel che è successo agli altri...
e ho paura che tu non possa più uscirne.”
L'uomo di ferro di J.W.Grimm
Prima la vita, poi la filosofia ed infine la psicologia ci hanno insegnato che ci sono, nella storia di ogni individuo, dei momenti che per loro natura possono portarci ad uno stravolgimento tale da farci barcollare, con - non di rado - delle spiacevoli conseguenze.
Questi momenti possono infatti rivelarsi come possibili generatori di una elevata dose di stress e quindi destabilizzare il normale equilibrio di una persona.
La nascita di un figlio è senza dubbio uno di questi.
É ormai da tempo che c'è un forte interesse da parte della comunità scientifica verso quel particolare momento della vita della futura e neo madre.
Attraverso innumerevoli studi e ricerche sappiamo infatti che in gravidanza e nei primi mesi dopo il parto le donne possono manifestare, con una certa frequenza, reazioni emotive di carattere ansioso-depressivo. Queste possono andare dalla semplice disforia post-partum o maternity blues (un’alterazione transitoria dell’umore che si manifesta nel 60-70% delle puerpere nei giorni immediatamente successivi al parto) fino a vere e proprie depressioni post-partum, psicosi post-partum e disturbi post traumatici da stress come conseguenza della nascita del bambino.
Pensando a vissuti ansioso-depressivi legati al parto si tende inevitabilmente a vederli come un fenomeno prevalentemente femminile, ma contrariamente a quanto possiamo pensare non è una condizione che riguarda solo la madre.
Dove abbiamo lasciato il futuro e neo padre?
In una fiaba dei fratelli Grimm intitolata “L'uomo di ferro” possiamo leggere una descrizione piuttosto efficace della condizione in cui spesso si trova l’uomo in diversi momenti della sua vita.
Si narra di un re bloccato da un incantesimo sul fondo di uno stagno torbido e melmoso che, rimasto lì per lunghissimo tempo, si è ricoperto di fango e ruggine. Una metafora molto adatta all'universo emotivo maschile. Forte ed energico quanto dominato dall'oscurità.
L'uomo spesso, per motivi culturali, di ruolo sessuale o di immagine sociale, è tendenzialmente meno disposto a rivelare le proprie difficoltà psicologiche e, invece di chiedere aiuto, tende a contenere il disagio attraverso strategie così dette “esternalizzanti” come l’abuso di alcol, di fumo e di droghe o altri comportamenti disadattivi.
E di fronte alla rivoluzione della nascita?
Se guardiamo attentamente, scopriremo, accanto a una donna che ha dato tutta sé stessa per una delle prove più impegnative della sua vita, un uomo disarmato che si trova a custodire un tesoro così prezioso da stordirlo . Troppe volte inconsapevole dell'importanza della sua presenza e del suo ruolo, un padre si ritrova spesso impreparato a dover gestire un universo emotivo fino ad allora sconosciuto.
Qualsiasi incertezza può diventare tortura, qualsiasi barcollio può sembrare un terremoto.
Quella creatura indifesa e quella donna luminosa sono di un’importanza tale da generare domande sulla propria capacità e sulla propria forza.
E’ quindi un dato certo quello che vede anche il neo padre affrontare un profondo sconvolgimento .
Da qualche tempo i ricercatori hanno infatti volto lo sguardo anche dalla parte di quell'uomo che si trova in un solo momento a vestire i panni di padre, rivelandoci come anche gli uomini possano incontrare, nel loro percorso di neo genitori, vissuti e sintomi ansioso-depressivi.
I recenti studi che parlano di disturbi depressivi perinatali paterni, evidenziano che la frequenza di questa condizione può variare dal 2 al 31% con una media, nel 2010, del 10.4% .
Un padre insicuro, ansioso, depresso, che, in alcuni casi, può arrivare a manifestare comportamenti di malattia (somatizzazioni, preoccupazioni ipocondriache) e problemi comportamentali significativi (rifiuto del ruolo genitoriale, scarso coinvolgimento nella vita familiare, ostilità, comportamenti violenti), che possono impedirgli di svolgere adeguatamente il proprio ruolo.
Verrebbe quasi da bisbigliare a Winnicott che magari anche il padre, a sua volta, affronta quella preoccupazione primaria che descrive l'autore, e chi sa se tra qualche tempo si discuterà anche di una “preoccupazione paterna primaria” considerando la potenza con la quale il padre entra a far parte di quell’avventura che è diventare genitore.
Come confermano le più recenti ricerche, il padre è infatti estremamente importante sin dai primi mesi di vita del nascituro , e il suo ruolo deve essere analizzato non solamente soffermandosi alla relazione diretta con il figlio ma anche in una prospettiva triadica che comprende la madre.
Non dimentichiamo infatti che uno dei compiti del padre è quello di garantire le condizioni perché la relazione tra madre e bambino si sviluppi e si mantenga in modo adeguato .
É stato infatti osservato come gli stati emotivi e affettivi tra padre e madre siano fortemente correlati. Gli studi mostrano come i compagni delle donne che hanno manifestato un disturbo affettivo postnatale (maternity blues o depressione post partum) risultano essere più depressi, ansiosi e ostili , tendendo a manifestare la loro sofferenza con sintomi somatici e con una forte preoccupazione per il proprio stato di salute e per il ruolo paterno.
Diventare padre diventa quindi un’occasione, talvolta difficile, di evoluzione e di crescita. Spesso quella più articolata e complessa.
Come per l'uomo di ferro dei fratelli Grimm, è necessario che il neo padre arrivi ad uscire dallo stagno per condurre una vita serena e apprezzare le ricchezze che la sua nuova condizione può dare.
Nella fiaba sarà proprio un bambino a fare uscire l'uomo di ferro dallo stagno melmoso e dall'oscurità, per poi scoprirlo re pieno di ricchezze.
La nascita di un figlio si pone quindi in cima alla lista delle rivoluzioni che possono avvenire nella vita di un individuo donna o uomo che sia .
Come una madre, così anche un padre si trova di fronte ad una ridefinizione totale delle priorità e dei ruoli ed è fondamentale che non si dimentichi di sé stesso, di cosa prova, delle sue paure, gioie, timori e aspettative cosi da percorrere questo cammino nel migliore dei modi e nella consapevolezza che da adesso in poi la sua vita sarà diversa.
“Il re s'avvicinò al giovane principe, l'abbracciò e gli disse:
- Io sono l'Uomo di ferro… sono stato trasformato in un uomo selvaggio da un incantesimo dal quale tu mi hai liberato.
Per dimostrarti la mia riconoscenza, tutti i tesori che possiedo sono ora di tua proprietà.
Accettali come regalo...e augurio di felicità.”
Sintomi depressivi *:
umore triste o irritabile per la maggior parte del tempo
perdita di interesse o di piacere per la maggior parte delle attività
senso di affaticamento e di scarsa energia
apatia e mancanza di volontà
difficoltà nella concentrazione e nella memoria
modificazione dei cicli sonno-veglia
aumento o perdita significativa dell'appetito
agitazione o rallentamento psicomotorio
frequenti sentimenti di colpa o di autosvalutazione
modificazione dell desiderio e delle abitudini sessuali
pensieri ricorrenti di morte o di suicidio
* I sintomi depressivi sono generalmente osservabili per la maggior parte del tempo quasi tutti i giorni e rappresentano un cambiamento significativo rispetto al precedente livello di funzionamento.
Dott. Filippo Bazzani
Psicologo Clinico, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
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